Il caldo è fra le calamità
meteo più letali al mondo tanto che – spiega Coldiretti – l’ultimo report
dell’Agenzia europea per l’ambiente lo considera responsabile di ben 9 morti su
10 legate ad eventi meteo con quasi 140mila vittime negli ultimi 30 anni nei
paesi dell’Unione.
A pesare in particolare è
il fenomeno dell’isola di calore urbana – sottolinea Coldiretti – con le
persone che vivono nelle città che hanno un rischio maggiore di mortalità in
condizioni di elevata temperatura e umidità, rispetto a coloro che vivono in
ambiente sub-urbano o rurale, secondo l’Istituto superiore di sanità.
In una situazione di
cambiamenti climatici con ondate di calore sempre più intense e persistenti –
evidenzia Coldiretti – è strategica la presenza e la gestione del verde urbano
tanto che un parco di grandi dimensioni può abbassare il livello di calore da 1
a 3 gradi rispetto a zone dove non ci sono piante o ombreggiature verdi.
Maggiore è la copertura verde maggiori sono i benefici per la salute della popolazione
e più ampia è la difesa contro la canicola estiva.
Gli alberi infatti –
continua Coldiretti – rinfrescano gli ambienti in cui si trovano grazie sia
all’ombreggiatura che creano sia alla traspirazione e fotosintesi del fogliame
diventando dei grandi condizionatori naturali: un’area verde urbana di 1500
metri quadrati raffredda in media 1,5 gradi e propaga i suoi positivi effetti a
decine di metri di distanza.
Oltre ad essere una
barriera anti afa, le piante combattono anche l’inquinamento che è considerato
dal 47% degli italiani la prima emergenza ambientale secondo l’indagine
Coldiretti/Ixe’. Bisogna intervenire in modo strutturale – rileva Coldiretti –
ripensando lo sviluppo delle città e favorendo la diffusione del verde pubblico
e privato con le essenze più adatte alle condizioni climatiche e ambientali dei
singoli territori. Una pianta adulta – precisa Coldiretti – è capace di
catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di
piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno.
Ai primi posti nella
speciale classifica delle piante mangia smog – sottolinea la Coldiretti – ci
sono nell’ordine l’Acero Riccio, la Betulla, il Cerro, il Ginkgo Biloba, il
Tiglio, il Bagolaro, l’Olmo campestre, il Frassino comune e l’Ontano
nero. Ma la scelta delle piante – evidenzia Coldiretti – non può essere
guidata solo dal criterio di assorbimento dello smog, ma anche dalla dimensione
che raggiungerà l’albero adulto, dal tipo di apparato radicale, dal polline più
o meno fastidioso per la popolazione, dalla facilità di gestione e dalla
resistenza agli inquinanti.
In questo scenario
Coldiretti e Federforeste hanno elaborato un progetto nell’ambito del Pnrr per
piantare in Italia milioni di alberi nell’arco dei prossimi cinque anni nelle
aree rurali e in quelle metropolitane anche per far nascere foreste urbane con
una connessione ecologica tra le città, i sistemi agricoli di pianura a elevata
produttività e il vasto e straordinario patrimonio forestale presente nelle
aree naturali.
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